Erica Canaia e JA Italia: inclusione, innovazione e tecnologia per il futuro dei giovani
Junior Achievement Young Enterprise Italy ets (JA) è una impact community che nasce come associazione 20 anni fa per trasferire ai giovani competenze nell’ambito dell’imprenditorialità e dell’innovazione. Obiettivo: preparare i ragazzi ad affrontare con consapevolezza un mondo del lavoro sempre più complesso, affinché siano protagonisti del cambiamento e del progresso. Non solo, JA promuove lo scambio tra generazioni e culture: gli adulti portano ai più giovani l’esperienza sul campo e attingono dalla loro creatività e freschezza di sguardo. L’associazione è attiva in tutt’Italia, con sedi a Milano, Roma, Padova, Genova e Catania. Nell’ultimo anno scolastico JA ha coinvolto 468 scuole (di cui 89 in Veneto), 1.177 volontari e 1.024 docenti, realizzando oltre 400mila esperienze educative rivolte a giovani dai 5 ai 19 anni. Obiettivo per il 2030 è “è raggiungere un indice di penetrazione del 10% sulla totalità degli studenti italiani “– dice Miriam Cresta, ceo di JA Italia.*
JA è titolare del premio Volunteer of the Year che gratifica i migliori imprenditori volontari che portano valori e soprattutto la loro esperienza nelle scuole. Erica Canaia di FIMIC è tra i 4 premiati nel 2024 che si sono distinti “per il proprio supporto come volontario, per i risultati raggiunti con gli studenti e per la capacità di attivare reti.” La premiazione si è tenuta a Milano durante il JA Day 2024 al Centro Congressi di Assolombarda.
Scopriamo meglio il progetto, realizzato durante le ore di PCTO …. per JA dalle parole di Erica Canaia.
D: Cosa significa per te Erica essere stata scelta come dream coach da JA e poi ricevere il premio JA Volunteer of the Year Award 2024?
R: Da imprenditrice essere una dream coach JA è stato emozionante. La scuola è poco collegata al mondo del lavoro e i ragazzi finito il ciclo di studi a volte arrivano in azienda confusi oppure con grandi idee ma non sanno come realizzarle. Ho sentito il bisogno di rendermi utile, di portare un contributo, nel mio piccolo, alla crescita di ragazzi che magari saranno nuovi imprenditori. Non me lo aspettavo di vincere, ero già appagata nel vedere la felicità dei ragazzi di essere arrivati fino in fondo. Il premio è il riconoscimento dell’impegno e della passione che io e Valeria Ortolani – mia partner in crime – ci abbiamo messo.
D: Ci spieghi il progetto a cui hai partecipato come dream coach?
R: Il progetto è stato un PCTO (percorso per le competenze trasversali e l’orientamento) all’I.I.S. di Rolando di Piazzola a Piazzola sul Brenta dove abbiamo reso pratiche delle materie studiate in classe come marketing, economia e finanza, partendo dalla realizzazione di giacche in pelle per motociclisti. La Dainese, azienda specializzata in abbigliamento innovativo per motociclisti e sportivi, ha fornito gli scarti di produzione, i ragazzi hanno poi trovato la modellista e creato due giacche: una l’hanno regalata a chi ha avuto l’idea iniziale, e l’altra è rimasta al motociclista del gruppo. Io mi sono occupata di aiutarli a realizzare il business plan e Valeria Ortolani le azioni di marketing e comunicazione. Poi abbiamo avuto altri professionisti, come un consulente finanziario. È stato un vero e proprio lavoro di squadra.
D: Nella pratica cosa avete fatto?
R: Io e Valeria abbiamo proposto alle professoresse che seguivano i PCTO all’I.I.S. il progetto e – dopo la presentazione – 30 ragazzi di diverse classi di 4^ a 5^ hanno scelto il nostro corso che è durato da gennaio a maggio. I ragazzi hanno avuto una panoramica di quello che c’è da fare per pianificare una startup e poi creare azienda. La differenza di questo progetto rispetto ad altri è che è partito da loro. Durante il primo incontro abbiamo chiesto ai ragazzi le loro necessità e difficoltà; abbiamo scritto i loro spunti sulla lavagna spiegando la differenza tra un’idea realizzabile e una non realizzabile, aiutandoli a ragionare dalla teoria alla pratica. Li abbiamo aiutati a capire il business per un’azienda parlando di margini, guadagni, costi diretti, indiretti, tasse, IVA, ecc.
D: Hai operato poco lontano dalla sede di FIMIC. E infatti JA si pone tra gli obiettivi proprio l’attenzione ai luoghi di provincia con uno sguardo però internazionale. Cosa hai provato a fare qualcosa per il tuo territorio?
R: Questo per me era il terzo anno da volontaria JA: il primo è stato a Rimini, il secondo a Verona e ora a Piazzola sul Brenta, vicino alla FIMIC. Avere una scuola vicina mi ha permesso di andarci più spesso ma anche di aiutare concretamente: quattro di questi ragazzi hanno chiesto di fare lo stage estivo in FIMIC e quindi, hanno potuto toccare con mano il lavoro in azienda. E chissà che non possano diventare nostri collaboratori in futuro! Oltre l’investimento dal punto di vista sociale (io adoro fare volontariato perché mi sento utile) è stato anche un ritorno di immagine alla mia azienda.
Le aziende devono avere una visione internazionale, perché il mondo non è più il tuo paesino, ma è importante essere radicati, guardare prima le cose che sono nel proprio territorio e capire come fare del bene.
D: I Ragazzi del Rolando da Piazzola hanno partecipato al contest in Veneto e poi cos’è successo?
R: Sono andati a Parma, al contest nazionale, incontrando 60 classi provenienti da tutta Italia – circa 500 ragazzi – con altrettanti progetti imprenditoriali. Chi ha vinto il nazionale andrà all’europeo. L’amministratore della nostra mini impresa, ha poi vinto il premio Junior CEO awards a livello nazionale.
D: Quali sono state le sfide più grandi per i ragazzi e quale il momento di maggiore soddisfazione?
R: La sfida maggiore per i ragazzi è stata andare dalla teoria alla pratica. Hanno trovato divertente il marketing, ma complicata la parte amministrativa e finanziaria, capire come fare un business plan, come valutare i costi, sono sono andati in tilt e hanno dovuto cambiare mindset. Il momento più emozionante vissuto con loro è stato a Padova, durante la gara con altre 15 classi e ben 8 giudici nella sede del Crédit Agricole. I ragazzi hanno presentato questo progetto e hanno parlato di fronte a una platea formata da altre classi, adulti e aziende.
D: Cosa ti sei portata a casa?
R: La conferma che i ragazzi se stimolati sono in grado di fare qualsiasi cosa. Basta con l’idea che siano scansafatiche, nullafacenti, incompetenti. Non è assolutamente così. Se stimolati in maniera corretta con passione dagli adulti, raggiungono qualsiasi cosa, anche le persone che hanno delle difficoltà evidenti personali. Dal mio punto di vista se noi imprenditori diamo riceviamo tantissimo. Tutto parte da noi. Il premio è stato per me una conferma di quanto ho dato, è di quanto ho anche ricevuto. Bello.
(* riferimento sito jaitalia.org al 30/12/2024)